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Fondata nel 1986, Feudi di San Gregorio valorizza i vitigni autoctoni della tradizione campana come Greco, Fiano e Aglianico.

Uno dei suoi vini più importanti è il Greco di Tufo “Goleto”, intitolato al monastero fondato nel 1133 che fa da sfondo al vigneto.

Fondata ai piedi del Monte Corvino nel VIII secolo da monaci greci, occupata e restaurata dai Templari nel XIII sec.

Valvisciolo vanta una lavorazione dei vigneti di Malvasia Puntinata e Merlot con tecniche che rispettano l’habitat naturale con poca chimica.

Nel cuore del Veneto, l’Abbazia benedettina di Sant’Andrea di Busco si è caratterizzata sin dal 1200 per un’intensa attività agricola.

Da oltre 500 anni la famiglia Zeno prosegue la tradizione dell’abbazia, producendo prosecco da uve autoctone.

La coltivazione delle viti di Sagrantino nelle abbazie e nei conventi di Montefalco è testimoniata sin dal 1500 e riportata negli affreschi del Gozzoli a Montefalco.

Sin dagli anni Ottanta Arnaldo Caprai lavora per la valorizzazione e il recupero del Sagrantino.

Nel 1845, un gruppo di monaci benedettini proveniente da Muri (Argovia), giunse a Gries, alle porte di Bolzano favorendo la rinascita della cultura monastica e della viticoltura d’abbazia.

Oggi la cantina vanta prodotti d’eccellenza, come i vini pregiati “Abtei Muri”.

La Cantina dell’Abbazia di Novacella è tra le cantine attive più antiche al mondo.

Sin dalla sua fondazione il monastero ha potuto contare su svariati vigneti, oltre che masi agricoli e terreni che consentono la produzione di 3 linee di pregio: Classica, Praepositus e Insolitus.

L’Abbazia di Praglia sorge ai piedi dei colli Euganei (Padova) e si fonda sul lavoro manuale dei monaci che hanno investito risorse ed inventiva nella bonifica dell’area e nell’introduzione della vite di varietà quali la garganega, la friularo e il moscato fiordarancio.

Nell’800 un eremita si insediò sulla collina di Rosazzo per pregare e meditare. Vi costruì un oratorio che divenne poi monastero agostiniano. Proprio gli Agostiniani che insegnarono ai locali la coltivazione della vite. Che giunge fino a noi grazie a Livio Felluga.

Composta da 223 ettari di cui 65 vitati, la Baida sorge a Sambuca Val di Pesa, in prossimità di Tenuta Tignanello.

Qui viene prodotto Badia a Passignano Chianti Classico DOCG Gran Selezione, prodotto dai vigneti circostanti il monastero e massima espressione del Sangiovese in purezza di Marchesi Antinori.

Ora et Labora, una vita consacrata a Dio nel ‘Cenobio’, ovvero una vita in comune, vissuta nella comunione fraterna, nella solitudine e nel silenzio, nella preghiera e nel lavoro, dal 1875 le suore trappiste di Vitorchiano vinificano con metodi naturali, rispettando l’origine naturale dell’uva.

La comunità monastica di Bose ha poco più di cinquant’anni, è formata da uomini e donne di chiese diverse che cercano di vivere il Vangelo nella vita comune e nel celibato.

Anno dopo anno i monaci hanno bonificato e dissodato le terre impiantando grechetto e Merlot.

La Valle Isarco è la zona di produzione vinicola più a nord d’Italia, ricca di biodiversità e dal particolare microclima.

Cantina Valle Isarco, la più giovane cooperativa vinicola dell’Alto Adige, fondata nel 1961, ha saputo preservare e valorizzare questa unicità.

Il primo monastero fu edificato nel VII secolo dal figlio di Egenio il Longobardo, Atos, il quale donò parte dei suoi possedimenti a Padre Fratellus incaricandolo di costruirvi un centro di culto.

Nel corso dei secoli il centro divenne noto per la qualità delle sue terre e il fervore delle attività agricole.

Abbazia di Crapolla

La storia di Crapolla attraversa i secoli perché si dice fosse la grancia dell’abbazia madre di Vico tra l’XI e il XII secolo.

Oggi è sede dell’azienda vinicola fondata nel 2007 da Fulvio Alifano e Giuseppe Cuticini

I Monaci dell’Abbazia di S. Maria di Monte Oliveto sita nel cuore delle crete senesi a mezzogiorno di Siena, seguono la Regola Benedettina ben sintetizzata dal noto motto “Ora et Labora”.
Il lavoro e l’orazione, convenientemente contemperati, sono per San Benedetto un aiuto all’uomo a riconoscersi cooperatore di Dio, esprimendosi in una operosità creatrice, che rende lode a Dio.

L’Abbazia della Santissima Annunciata è un luogo ricco di storia e di trasformazioni. Fondato nel 1449 dall’Ordine dei Servi di Maria come luogo di vita comune nel segno della spiritualità, il convento si trova all’estremo confine della Franciacorta, grazie al Monte Orfano, che ne determina il microclima favorevole alla coltivazione della vite.


Dal 1990 Bellavista si prende cura dei Vigneti del Convento e dal 2018, grazie ad un patto di amicizia, la Fondazione Vittorio e Mariella Moretti si è assunta la responsabilità di preservare questa storia e promuoverne ogni singolo valore, compresa la cultura della vigna e del vino.

Fondato nel 1449 dall’Ordine dei Servi di Maria come luogo di vita comune nel segno della spiritualità, il convento si trova all’estremo confine della Franciacorta, grazie al Monte Orfano, che ne determina il microclima favorevole alla coltivazione della vite.

Nel 1984, Bellavista iniziò a coltivare una
vigna speciale nel Convento.

La Pieve di Pievasciata, una delle più antiche del territorio chiantigiano, nasce intorno al X secolo con la nascita del piccolo borgo di Pievasciata, attualmente sotto il comune di Castelnuovo Berardenga in provincia di Siena.

Il nome della Pieve, nota sin dall’XI secolo, dove compare la sua presenza in alcuni documenti risalenti al 1081, venne cambiato più volte nel corso degli anni, arrivando nel 1575 circa all’intitolazione attuale, Pieve di San Giovanni Battista a Pievasciata

L’Abbazia di Casamari è a Veroli (Frosinone), e domina il torrente Amaseno.

Fu eretta sulle rovine
dell’antico municipio romano di Cereatae Marianae, in onore della dea Cerere a cui il luogo era consacrato e del console Caio Mario che qui nacque. Proprio al valoroso generale si deve la denominazione Casamari, cioè Casa di Mario.

L’Associazione riunisce in Francia proprietari privati o altre associazioni che gestiscono tenute vinicole di origine monastica, principalmente di tradizione cistercense.

Secondo la regola dell’ospitalità propria di quell’ordine, accoglie anche altre tenute vinicole monastiche appartenenti ai monaci benedettini che, prima dell’arrivo dei cistercensi, coltivavano vigneti sin dai tempi romani attraverso il Medioevo.

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