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Ideale con antipasti raffinati, pesce al vapore, crostacei, piatti asiatici speziati, risotti alle erbe o ai frutti di mare. Si abbina bene anche a formaggi freschi, carni bianche leggere e cucina vegetariana. Perfetto come aperitivo o per accompagnare una cena elegante e profumata.
Vitigno aromatico nato dall’incrocio tra Schiava e Riesling. Le uve vengono raccolte a mano, pressate delicatamente e fermentate a temperatura controllata in vasche d’acciaio inox, con una parte che affina in grandi botti di legno. La maturazione sui lieviti fini per alcuni mesi dona complessità, struttura e longevità, mantenendo però la tipica aromaticità del vitigno.
Il Kerner Praepositus Valle Isarco DOC dell’Abbazia di Novacella si sviluppa su pendii terrazzati tra i 600 e i 700 metri sul livello del mare, esposti a est e nord-est per bilanciare irraggiamento solare e protezione termica. I suoli, di origine morenica, sono composti da un mix di sabbie grossolane, ghiaie e frammenti di porfido alterato, garantendo un drenaggio eccellente e forzando le viti a radicare in profondità. Questa matrice povera di sostanza organica ma ricca di minerali come calcio, potassio e silice favorisce lo sviluppo di un profilo minerale intenso e una vibrante acidità. L’escursione termica marcata tra giorno e notte, unita alla ventilazione costante, preserva gli aromi floreali e fruttati tipici del Kerner, donando al vino struttura e longevità.
Il Kerner 2023 ha ottenuto 92/100 da Wine Enthusiast insieme a 91/100 secondo James Suckling 92 da Wine Review Online (Wayne Belding) e una valutazione “91VM” da VinoUS Media
Colore giallo paglierino intenso. Al naso sprigiona aromi di pesca, albicocca, agrumi, noce moscata, fiori bianchi ed erbe alpine. Al palato è pieno, fresco, minerale e avvolgente, con ottima persistenza. Chiude su note fruttate e speziate, bilanciando aromaticità e tensione acida in modo elegante.
L’Abbazia di Novacella, fondata nel 1142 dal vescovo Artmanno di Bressanone e benedetta da Papa Innocenzo II un anno dopo, sorge lungo antichi percorsi alpini come tappa per pellegrini. Ridotta in cenere nel 1190 e risorta in stile romanico, rifiorisce tra gotico, barocco e rococò con straordinaria arte e cultura . Dal 1142 la produzione vinicola è continuativa, rendendo la sua cantina tra le più antiche d’Europa. Dopo la soppressione nel 1807 e il ritorno nel 1816, l’azienda è oggi riferimento enoturistico, spirituale e culturale in Valle Isarco, coltivando principalmente bianchi autoctoni come Sylvaner, Müller-Thurgau, Kerner e Riesling.
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